Persepolis FC: «Questi simboli appartengono alla nostra gente, Storia, e cultura»

A pochi giorni dall’inizio della Persian Gulf Pro League, alcuni club della serie A iraniana avevano deciso di svelare le nuove maglie per la stagione 1402/03 (2023/24). Un’operazione di marketing che sostanzialmente ricalca quella dei club europei, in particolare inglesi: del resto, anche in Italia ci siamo imbattuti nell’espressione «new kit» sui social. Così in Iran sono stati pubblicati video con le riprese dei giocatori, mettendo in risalto i colori, i loghi, gli sponsor, i fornitori dell’equipaggiamento indossato dai calciatori.

Persepolis FC

Tra le squadre che hanno svelato le «new kit» c’è il Persepolis FC, squadra di Tehran, la capitale dell’Iran. Vincitrice di sei titoli nelle ultime sette stagioni (tra l’edizione 2016/17 e quella trascorsa), di cui due conquistando anche la Coppa Hazfi, e per due volte finalista della Champions League asiatica (nel 2018 e 2020). Fondata nel 1963, ereditò diversi giocatori da un altro club, il Shaehin (falco in lingua Farsi), dopo che quest’ultimo venne sciolto dalla federcalcio iraniana – controllata dallo shah Mohammad Reza Pahlavi – in quanto troppo popolare.

Persepolis FC
Lo scudetto del Persepolis di Tehran

Il legame con l’antica Persepoli

Il nome Persepolis richiama il nome greco con il quale è tradizionalmente conosciuta la capitale dell’antico Impero persiano, che gli Achemenidi avevano fondato chiamandola Parséh. Del resto, la nascita del club di Tehran fa collocata negli anni in cui lo shah Mohammad Reza Pahlavi incoraggiava ogni riferimento al periodo imperiale achemenide, proprio perché il sovrano di lì a poco se ne sarebbe autoproclamato il continuatore. Tant’è che il campionato di calcio prese il nome di Coppa Takht-e-Jamshid, espressione mitologica con la quale viene tradizionalmente chiamata la zona archeologica di Persepoli. Infatti anche lo stemma del club coincise con il simbolo di Ahura Mazda, il dio unico dei zoroastriani, come lo erano gli Achemenidi. Per questo motivo, dopo la rivoluzione del 1979, la squadra cambiò ufficialmente denominazione in Pirouzi (vittoria, riferita alla rivoluzione). E lo stemma venne sostituito con due tori, come i capitelli dei palazzi imperiali dell’antica Persepoli.

In realtà le vicissitudini politiche non riuscirono a cambiare i tifosi. Basti pensare che nel 1967 spinsero per la scelta colore rosso della prima maglia proprio come il Shaehin inviso allo shah. Allo stesso modo, dopo la rivoluzione continuavano a chiamare la squadra Persepolis, mentre la stampa nazionale iraniana e la Confederazione asiatica del calcio la citavano con il nome Pirouzi. Soltanto il 15 agosto 2011 una sentenza di tribunale della Repubblica Islamica stabilì che il club aveva diritto all’utilizzo del vecchio nome (che era stato registrato da un’altra società). Così è ritornato ufficialmente Persepolis FC.

Lo stemma del Persepolis FC negli anni Settanta
Lo stemma del Persepolis FC negli anni Settanta

I simboli della nuova maglia

Ma il Persepolis FC non si è limitato alla presentazione della nuova maglia con un video su Instagram e su Twitter. Qualche giorno dopo la società ha pubblicato un lungo comunicato sul proprio sito ufficiale che inizia come segue:

«La civiltà, la Storia e la cultura del nostro caro Paese, l’Iran, è ricca di concetti, credi e segni profondi, preziosi e antichi, spirituali e religiosi, che appartengono a tutte le etnie dell’Iran, e nessun altro può appropriarsene a suo vantaggio e piacimento. La maglia del Persepolis è stata ideata nell’ambito di un’iniziativa culturale riguardo all’utilizzo di simboli ed elementi iraniani e storici»

Nel comunicato la società sottolinea come nel giorno d’oggi tali emblemi siano considerati parte del patrimonio dell’umanità. Poi spiega nel dettaglio i simboli:

  • La scrittura cuneiforme. Compare nella parte in basso della maglia, riporta la parola Parséh, per ricordare l’origine del Persepolis.
  • Il fiore di loto. Consta di dodici petali e cresce negli stagni. Si rivolge sempre al Sole e alla luce. Rappresenta la speranza.
  • Il cipresso iraniano. Albero sempreverde che non ha mai fine. Rappresenta la perseveranza e l’orgoglio, non solo per la conquista di trofei ma anche per lo spirito della gente che lo accompagna.
  • Il Derafsh Kaviani. Secondo il poema Shahnaméh di Ferdowsi, il mitico eroe Kavéh Ahangàr (Kaveh il Fabbro) pose il suo grembiule in pelle su di una lancia di legno, e usò tale vessillo come simbolo di unità, che fa parte della filosofia del Persepolis FC.

Il messaggio

Il comunicato dei Rossi di Tehran è un messaggio che si presta a diverse interpretazioni, non solo sportive.

Innanzitutto è un messaggio culturale, rivolto non soltanto ai propri tifosi ma all’intero Iran, che ricordiamo essere un paese multietnico e multiculturale. Non solo persiani, ma tra 85 milioni di Iraniani vi sono molti curdi, azeri, beluci, arabi, turkmeni, luri, armeni, assiri; per non parlare delle rilevanti comunità religiose diverse dalla quella musulmana sciita: ebrei, zoroastriani, cristiani, musulmani sunniti, baha’i.

In secondo luogo si tratta di un richiamo ufficiale alla Storia pre-islamica – e quindi anche pagana – che innegabilmente fa parte della cultura del Paese, anche dopo la nascita della Repubblica Islamica.

Infine può essere interpretato come un invito all’unità del popolo iraniano, pesantemente segnato da quasi un anno dalla repressione delle proteste scaturite a seguito della morte della giovane Jina “Mahsa” Amini, a due mesi dai Mondiali di Qatar 2022.

Vahid Amiri con la nuova maglia del Persepolis per la stagione 1402/03 (2023/24) di Persian Gulf Pro League (Instagram: @perspolis)
Il mancino Vahid Amiri con la nuova maglia del Persepolis per la stagione 1402/03 (2023/24) di Persian Gulf Pro League (Instagram: @perspolis). Si notano i simboli dell’antica civiltà persiana.
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Pubblicato da Saman Javadi

Blogger italo-iraniano, tifoso di Juventus ed Esteghlal Tehran. Ama l'Iran e l'Italia dalla Storia alla cucina, e ne parla entrambe le lingue